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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

Strani, nuovi mondi

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Ho perduto il mio senno; non so dove, nè come; qualcuno me l'ha sottratto, o forse per distrazione l'ho lasciato là dove poi non l'ho più ritrovato. Senza di lui ogni progetto va in pezzi, ed ogni piacere lo sento come un un accecamento. Devo ritrovarlo, anche a costo di andare troppo veloce e troppo lontano verso luoghi che non conosco. Giù, così, a precipizio, galassia dopo galassia, ammasso dopo ammasso, come una lama a lacerare quel vuoto che ama e circonda e informa di sè tutta la materia. Più veloce, più veloce, tremendamente più veloce di così. Non ho il senno, non posso controllare neppure dove vado e come ci vado, posso solo definire, con l'energia della disperazione, dove sto andando a cercare il mio senno perduto. Non ero mai stato così lontano... eppure già non vorrei ritornare. Perché sono a casa dove conosco tutto, o dove non c'è nulla . E inoltrandomi in una nube vagante, trovo questo. Non so come si chiami, nè dove sia. E&

Rex

[ sera, camera mia. Io giocherello col mio Mac, L. sul bordo del letto gnola ] L. -  (gna gna)  ...Giuuulioooo.... GIULIO - ...Eeh. L. -  (sbuffa)  Uff. GIULIO - Cosa. L. - ...mi consideri? GIULIO - No. Sto provando se riesco a installare questo. L. -  (gna gna) Non trovo un calzino. GIULIO -  (occhi al cielo) Come, non trovi un calzino...? L. - Sì! Ho un calzino in mano e l'altro non lo trovo! (sventola il calzino davanti a me. L'altro calzino, ovviamente, è dietro il suo piede, ma lei da dov'è seduta non lo riesce a vedere. Mi avvicino per dimostrarle che è scema, virilmente recuperandole il calzino) GIULIO - See. Dove mai sarà 'sto calz... L. -  (premendomi sul naso il calzino superstite) Tu hai un naso enorme! Trova il mio calzino col fiuto! CERCA , R EX ! E trovami il calzino perduto! GIULIO -  (raccogliendo il calzino nascosto e dandoglielo)  ...E' qui, demente. Bastava guardarsi intorno. L. -  (momento di pausa. Ammortizza

Infanzia

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...e quando ti sarai stancato di ruzzolare giù per la collina con gli altri, non ti rimarrà, impolverato, che arrancare goffamente nel lago di casa. I fianchi dei tuoi familiari sono pareti di pelle, e in mezzo a loro tu sguazzi senza toccare il fondo. Ti ritiri in un angolo all'ombra; una magnolia si allarga sulla tua cresta, e con le quattro zampe ti ritrovi a pagaiare piano piano per seguire i vecchi, che sanno dove tuffare la testa e tirarla su con un boccone. La notte vi sorprenderà nell'acqua, alla larga dai predatori. Tornerete a dormire sulla riva e la magnolia vi coprirà di fiori notturni, svolazzanti. Ma tua madre, mentre rompevi il guscio dell'uovo, con tuo padre e tua zia stava dritta sulle quattro zampe, alta come una montagna sul nido, a scrutare le altre colline in lontananza, in cerca di un rumore, d'un guizzo che li mettesse in allarme. Indifferente, quel mondo attraversava gli spazi - con minime variazioni impercettibili.