Gone...

Non mi cercate; sono andato via. Sembra che io sia qui, ma non ci sono. Ovviamente tornerò, ma quando mi garberà di tornare. Starò bene. Ma come tutte le volte in cui mi sono trovato in disaccordo insanabile col mondo, mi sono immaturamente rifugiato nel passato.

Il passato... il territorio sconosciuto, la distesa infinita che esiste per nostra volontà. E' un periodo molto sereno per il nostro mondo, questo in cui sono andato a nascondermi. Da giorni ormai cammino seguendo un crinale immerso nelle nubi. Non ci sono molti punti di riferimento, i fiumi non esistono, perlopiù le pianure sono un colabrodo di laghi e stagni. Preferisco tenermi vicino al mare, perché è lì che ci sono le piante - sono le prime a fare capolino, e c'è ancora poco ossigeno. Ma d'altronde non mi metterei mai a correre qui. Guardate voi stessi. C'è un silenzio altissimo.




Non ci sono animali, non c'è chiasso, non c'è nulla. Ogni tanto, vicino al mare, vedo sguazzare qualche creatura indecisa. Ma non può respirare, non può ancora farlo. Così resta nell'acqua, e io dalla riva la osservo con indifferenza. Neanche lui può disturbarmi.



Mentre avanzo, cerco di evitare il fango. Dove hanno messo radici, queste prime felci hanno corroso la roccia. Il paesaggio, confesso che è un po' uniforme - ma pazienza. Non ricordo se sono già passato di qui o meno, ma se seguo le montagne non potrò perdermi. I miei pensieri fanno strani suoni e nessuno li impedisce. Anche il vento sembra rallentato da un muro di niente. Un rigagnolo che sembra un fiume mi conduce dolcemente verso una strana, scheletrica mano verde, carica di figlie. Sulle foglie scintillano filari di semi, impiastricciati di umidità e filamento. Se mi sdraio, fanno odori troppo diversi da quelli che conosco. La terra è soffice.



Annotta, piano piano. Improvvisamente mi sento male. Una lama di malinconia. Me l'ha portata il raggio del tramonto che illumina la vetta. Anche stanotte camminerò verso le montagne, nella pianura di 400 milioni di anni fa. Ma quando qualcuno oserà respirare, e salirà sulla terraferma, non mi rintraccerà - sarò tornato.

Commenti

Anonimo ha detto…
non avresti dovuto. A parte che hai scritto di nuovo di epoche paleozoiche, e poi non ti è concesso più di sognare, hai venti anni, insomma.. goditi queste ultime propaggini solitarie di fantasia, fino a che il tangibile presente si impadronirà definitivamente di te con tutta la forza della responsabilizzazione dell'individuo maturo

....devi crescere giulio, devi crescere.. insomma, quando ti deciderai a non occupare più la tua mente con tutte queste vaccaboiate??!!!!


P.s.: ti piace questa nuova condotta che ho definitivamente deciso di tenere sul tuo blog? Sminuirti e criticarti solamente, laddove possibile, e lasciar correre senza apprezzamenti le cose ben riuscite e lodevoli??...E la cosa più devastante con te. Ma siccome oramai sei (o dovresti essere) un blogger formato, non dovremmo tangerti in alcun modo, o sbaglio?!!!
Anonimo ha detto…
Bello! Bello! Bello!
(il post)

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