Era mattina

quando arrivò l'inondazione. Un rombo, uno schiocco, e in lontananza la marea montante. In pianura la videro tutti, tranne loro due, che pure avevano buona vista. Impegnati com'erano a rovistare la base di una felce, sentirono l'odore del fresco e il terremoto quando era troppo tardi.

Quando l'ondata li prese, andarono nel panico e credettero di morire. Sfuggiva loro che pesavano ventitrè e ventotto tonnellate, e che quell'ondata non li smosse nemmeno. Stettero immobili per una giornata intera. Venne la notte.

L'acqua scorse via. Sulla piana prese a brillare, sprigionandosi dalle nuvole, una luna gelida. Come statue i due sauropodi stavano impalati, tra il terrore e la confusione, vivi. Ci volle un po', prima che il silenzio smettesse di atterrirli; e cominciassero a muoversi tra le pozzanghere.


a Gallo, con l'avvertimento che il Megalodon non ha bisogno di scorte di cibo; se lo procura da solo.

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