Enûma eliš
Enûma eliš
I.
Quando
in alto
Sanguinava
la gioventù del sole
Sui
tasti verdi e celesti
Del
pianoforte del mondo
Quando
in alto 5
Le
piaghe della notte
Si
richiudevano alla luce, come carta
Su
carne, crepitando
Quando
in alto
Sognavano
le pianure 10
Noi
che non c’eravamo, e chi ci abitava
Le
calpestava da sveglie
Quando
in alto
Forme
immense tremavano
Sulle
mura del bosco, ed intrecciavano 15
L’allemanda
sospesa sull’abisso
Quando
in alto
Pendeva
il dente della morte
E
quello dell’ironia
Non
era ancora spuntato 20
Quando
in alto
Le
vene molli ridavano il sangue ai polmoni
Dell’animale
Che
si risvegliava –
II.
Quando
in alto 25
Al
tramonto trasfigurato, i milioni di soli
–
forse altrettante frustate su confuse schiene –
Piovvero,
la carne respiro a rovescio,
Si
aprì l’utero della terra, e lo si vide
Pieno
di ossi. 30
Alle
grida, all’orrore, al sangue
Seguì
la calma di un intervallo;
Dopo
la prima canzone
Prese
la terra un respiro
Per
intonare la seconda. 35
Non
vide, inchiodato lassù tra le brume rossicce
Mai
più il sole la terra, strozzata nell’abbraccio
Di
nuvola che pare caverna – un piede, un artiglio
Non
tormentò mai più quel suolo
E
polle di acque nerastre, fitte di spettri, lo trafissero 40
Per
infinite solitudini di anni.
E
pensieri non erano, e tristezze.
O forse, prima della fine, ho visto – le risate silenti
Di chi sapeva, ed aspettava – ho visto
L’ultimo scheletro e chi lo frugava, malato 45
Rovistando nell’illusione
Di non precipitare.
Loro attraverso la valle del
dolore
Giunsero là dove il dolore moriva –
Dove li avvolse tra ali di fiamma 50
Il regno della morte.
Il regno della morte.
Commenti