Qui sotto...


...mentre la pioggia esagera e rischia di annegare i miei venti chili di piccola creatura dei boschi. La piana poco sotto è già un pantano dove dimensioni maggiori delle mie non riescono a districarsi. Ma non ho mai guardato con invidia a quelle colonne di carne. Vero è che in certi momenti vorrei perlomeno sapermi arrampicare sugli alberi. Ma come faccio, con queste quattro dita tozze?

Chissà dov'è la mia mandria. Chissà se c'è qualcuno come me, sorpreso dal temporale, che si è rincantucciato sotto queste foglie giganti. Eppure il nonrumore - che si fa largo nello sciacquìo - gli odori di frescura, la notte che viene e viene. Nessuno è qui con me, nessuna mascella che scatti e mi spezzi il dorso. Solo ombrine azzurre che danzano, il fiumiciattolo che s'insinua alla base del tronco, le frasche della cavedagna dove dormo. 

La foresta è casa mia. L'acqua scivola sul mio cranio rinforzato di osso. Qui sotto sono in pace.

Commenti

Anonimo ha detto…
il *nonrumore* è una bella parola.

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