metabolè

C'era un fiume, e c'è ancora, che scorre ai piedi di una mezzaluna di montagne, torace di un cuore pianeggiante e freddo.

C'era, in questo cuore, un edificio color ocra, stagliato contro il cielo rannuvolato del tardo pomeriggio. Il tempo non ce l'ha concesso: era enorme. La ruggine delle grondaie, la deformità delle pietre sa di qualcosa che è lì da un tempo infinito, troppo grande per poter davvero scomparire. Ai suoi piedi è rimasta una pianura vastissima, sempre piovosa e verde, disseminata di antiche rocce e di solitudini. Forse alcune persone vivono tuttora in quella carcassa di gigante, i cui camini fumano e ruggiscono per mantenerli? O i rumori che sentiamo sono solo le serenità della morte e degli uccelli?

Quale impero, crollando, ha lasciato lì gli antenati di questi uomini?

Quali balconi di pietra ora sono falciati dall'aria?

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