Elegia imperiale

[da qualche parte, a settecentocinquanta milioni di chilometri da Sole. Marcetta trionfale]

GIOVE (solenne) - Amici, pianeti, meteore: fate silenzio e udite la parola di chi tiene lo scettro del Sistema Solare.

[silenzio]

Ehm. Come mai non rispondono?
IO (strisciando nella sua orbita) - Avranno sentito male, signore.
EUROPA  (idem) - Scusateli, signore.
GANIMEDE  (idem) - Sono infimi, signore.
CALLISTO (idem) - Pietà per gli infimi, signore.
GIOVE (magnanimo) - Giusto, giusto. 




AMALTEA (con un piccolo inchino nella sua orbita) - Con tutto il rispetto, Maestà: sapete ormai da miliardi di anni che il Sistema Solare è popolato da pianeti strani, che non si rivolgono quasi mai la parola. E così, è normale che quando parlate non vi ascoltino.
GIOVE (perplesso) - Ma è per il loro bene. Devono pure ascoltare gli ordini del loro sovrano, altrimenti non potrebbero eseguirli. E' per la mia naturale umiltà che ho la bontà di comunicarli prima, per render loro più facili le cose.
IO  - O virtù.
EUROPA  - O giustizia.
GIOVE - Ganimede, staccati dalla tua orbita e dirigiti verso Urano: ho urgente bisogno che rivolga a me la sua attenzione.
GANIMEDE - Vado, signore. (tenta di staccarsi dall'orbita con tutte le sue forze)
CALLISTO - Che intenzioni avete, signore?
GIOVE (puntando l'indice) - Non mi vanno certe sue oscillazioni orbitali troppo audaci. Potrebbe dar fastidio a Nettuno e a Plutone, e io non voglio tafferugli nel mio regno.
EUROPA (sarcastica) - Oh, signore, ci preoccupiamo anche dei pianetini?
GIOVE (didattico) - Sii più rispettosa nei confronti di Plutone, giovane Europa: egli, esterno, raccoglie e instrada nella sua fascia di pianetini tutti gli asteroidi che la mia magnanima gravità respinge dai pianeti interni, come Marte o la Terra. E dunque anche egli, all'apparenza insignificante, collabora al mio Grande Disegno.
IO (gallinamente) - Ma Ganimede non vuol partire!
GIOVE (severo) - Ganimede, che hai?
GANIMEDE (in lacrime) - Signore, non riesco a muovermi.
GIOVE  (stentoreo) - Come no? Non sai più spostarti nello spazio?
AMALTEA (sospirando) - Ovvio che no, signore. Come lei ben sa, i pianeti non si muovono da soli: è un complesso e fragile gioco di forze gravitazionali che porta alla stabilità della loro orbita. Al massimo possono correggerla un pochino, ma fine. E' del tutto impossibile che Ganimede prenda e se ne vada su Urano. Al massimo potrebbe farlo se Urano ci passasse a due metri di distanza, e allora non solo Ganimede, ma tutti noi verremmo strappati a Giove. Il destino di un pianeta, chiunque sia, è di andare dove lo portano.
GIOVE - Ma questo non vale per Giove.

[Tebe passa dietro ad Amaltea, in orbita molto veloce]

TEBE  (ridendo) - Oggi ti va di perdere tempo col reuccio, Amaltea?
AMALTEA (zittendolo) - Buono, tu. Ne parliamo dopo, quando siamo sul lato buio.

[Tebe scende verso i Poli ridendo sguaiatamente]

GIOVE (solenne) - Mia buona Amaltea; molto mi deve il Sistema. Con la mia massa, che è superiore a tutti i pianeti del Sole, attraggo meteoriti e pianetini vaganti su di me - ma a me non fanno alcun male - e li allontano dalla fertile Terra, dall'indifeso Marte e dal tormentato Venere. Regolo le orbite di Urano e Nettuno con maestria ed eleganza, e ormai sono miliardi di anni che le tengo stabili. Freno e limito le prepotenze del Sole sul debole Mercurio. Perfino una nova a duecento anni luce da qui ha dovuto chiedere il mio permesso, prima di esplodere.



CALLISTO - Qual era l'oggetto dei vostri ordini, oggi, signor nostro?
GIOVE (dolcemente) - Mia splendida Callisto, ho preso la decisione di tramutarmi in stella.

[stupore generale]

Immagino come questo vi riempia di sbigottimento, miei cari: ma è tempo di scelte. Non vi posso nascondere che nei primi tempi della nostra formazione questo sistema avrebbe potuto diventare binario. Ma io lasciai al Sole l'onore di accendersi e l'eternità dell'indifferenza; e rimasi qui, a badare a tutti gli altri. Finora tutto è andato bene, ma ora sento il bisogno di qualcosa di nuovo, di nuova vita.
CALLISTO - Vita, signore?
AMALTEA (rimugina) - In effetti ce n'è pochina. Qualcosa sulla Terra, e un tempo anche su Marte e Venere. Ma immagino che fosse tanto casuale quanto inevitabile.
GIOVE (fiero) - La volontà di Giove elimina il caso, mia buona Amaltea. Ora io comprimerò l'idrogeno in me, e produrrò elio: mi accenderò, come il nostro Sole.
IO - E a noi che succederà?
GIOVE - Ho provveduto a tutto, miei fedeli compagni di orbita. Al nostro vecchio Sole lascerò i pianeti tellurici, spostandone l'orbita: e così Venere e Marte ospiteranno, fra milioni di anni, la vita. Alla Terra non accadrà nulla, non se ne accorgerà neppure: avrà solo due soli in cielo, e notti brevissime, e un clima più caldo: ma non sarà egoista davanti ai bisogni dei suoi due fratelli sterili. Voi andrete a far da satelliti a Venere, che non ha nulla.
EUROPA (con uno scatto di vanità) - Oh, io non voglio essere il satellite di Venere! Io sono il primo satellite di Giove!
GIOVE (paterno) - Pazienza, mia piccola, pazienza. Bisogna saper vedere oltre il proprio piccolo orizzonte. Io mi allontanerò da qui, terrò per me Saturno, Urano e Nettuno, scaldandoli cento volte tanto: asciugherò la loro atmosfera grumosa, scioglierò la loro acqua ghiacciata, e chissà che un domani su uno di loro non rinasca la vita. E così il nostro Sistema avrà calore, luce e acqua ovunque e per tutti.



AMALTEA (rassegnata) - Signor nostro, questo vi fa onore: ma siamo pianeti. Andremo dove ci portano altre forze: ma nulla potrà essere deciso da noi.
GIOVE (irato) - Giove non è un pianeta qualunque! Giove è l'Imperatore del suo quadrante!
TUTTI I SATELLITI (invasati) - Gloria! Gloria!
AMALTEA (secca) - Non la gloria: il buio! Non provateci, signor nostro! Non avete abbastanza massa per diventare una stella, e anche se ce l'aveste, non ne avreste quasi nessun controllo. Non tentate, o soffrirete. Ciò che siamo, quello rimarremo, finché piacerà al caso.

[e ripresero le loro regali orbite.]

Commenti

toppe ha detto…
Giove è proprio un noiosissimo pianeta gonfiato, verboso e senza un briciolo di carisma. Amaltea è l'unica con un po' di sale.
Comunque, sbaglio o era tutto sintetizzabile nelle ultime quattro battute?

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