Elegia dei gemelli

[da qualche parte, nello spazio tra centodieci e centocinquanta milioni di chilometri dal Sole. La Luna sembra un po' nervosa]

LUNA (sottovoce) - Ehi. Terra.
TERRA (mezza addormentata) - Mh?
LUNA - Terra.
TERRA - Eh! Cosa?
LUNA - Dormivi?
TERRA - Si. Sono esausta.
LUNA - Oh, scusa.
TERRA - Ma tu non dovevi darmi del voi e chiamarmi 'signora'?
LUNA - Si, si, vabbé. Com'è che sei così stanca?
TERRA - Ho passato mesi a urlare a Marte.
LUNA - Ti ha risposto?
TERRA (svegliandosi del tutto) - No. Ho smesso per esaurimento. Sono proprio allo stremo. (carezzevole) Come sei bella, vista da quaggiù. C'è un azzurro cupo che ti disegna i contorni. Vedo i crateri illividiti dal biancore. Sembri coperta di latte.
LUNA (commossa) Vecchia mia! Tu sai proprio come mettermi di buon umore.



Volevo giusto informarti che ti sta fissando ancora.
TERRA (stancamente) - Oh, no.
LUNA - Oh, si.
TERRA (perplessa) - In effetti mi sentivo osservata. Dal mio cielo lo vedo luminosissimo, il mio fratellino.
LUNA (severa) - Gli dico qualcosa.
TERRA - No, per favore.
LUNA - Allora digli tu qualcosa.
TERRA (timida) - Ma... in fondo, mi fissa soltanto.
LUNA - Mi fissa soltanto? Io sarei un po' preoccupata.



VENERE (borbottando) - Oh, finitela, voi due.
LUNA - Ma allora parla!
VENERE - Non è che ti fisso. In genere mi faccio i fatti miei.
TERRA (sospirando) - Fratellino, tutto il Sistema Solare si fa i fatti suoi. E questo è un problema. Ora, se tu -
VENERE (seccato) - Non ti stavo fissando, capisci? Ti guardavo. Mi capita spesso. Sei la mia gemella. E sul tuo lato illuminato o visto due continenti che si univano in un verde abbraccio, sullo sfondo del mare trapunto d'azzurro. Poi quella luce di primo pomeriggio. Non so, era semplicemente perfetto.
TERRA (arrossendo) - Oh! ...Grazie.
LUNA (mugugna) - Maniaco.



VENERE (dolce) - Ma tu sei bella, sorellina - sei tutta bella. Anche se il futuro non è stato pietoso con entrambi allo stesso modo, forse dovrei sentirmi onorato, quantomeno di aver condiviso con te quell'angolino buio di nebulosa, quando il sole sdormicchiava.
TERRA (stanca) - Non potremmo parlare io e te, - ma anche del più e del meno, eh - invece di questo delirante monologo nel quale tento di intromettermi quando capita?

VENERE - Perché dovremmo parlare? In questo sistema non usa parlarsi.
TERRA Sì, che usa, maledizone! O quantomeno dovrebbe usare, per il nostro bene! ...E soprattutto usava tra me e te, quando eravamo uno ad un metro dall'altro nella nebulosa di cui sopra.
VENERE Quel tempo era bello - io avevo oceani sulla mia superficie, come i tuoi. Ma i miei sono evaporati quando il Sole ha deciso di fare sul serio. Ho visto nuvole immense abbandonare il mio suolo e gonfiare il mio cielo con soffi velenosi. Meritavo io, che sono uguale a te, di avere un'atmosfera spessa novanta volte la tua, affumicata dall'anidride carbonica e dagli acidi - e che mi arroventa a morte con i suoi cinquecento gradi?


TERRA (esasperata) - Di che merito o colpe vai parlando? Tutto è avvenuto per caso.
VENERE (permaloso) - Bene. Visto che non posso incolpare te, posso almeno starmene per i fatti miei.
LUNA (secca) - Si. E poi la fissi mentre dorme.
VENERE (colpito e affondato) - Capita solo ogni tanto.
TERRA - Ma ti fai del male. Se mi ascoltassi -
VENERE (con ira) - Ti ascolto, ma il male non passa!
TERRA - Tu non mi ascolti affatto!
VENERE - Io lo so, cosa mi farebbe stare meglio. Avere tante radici che cercano l'acqua nel terriccio fresco. Tuberi, che dormano nell'ombra. E l'argento dell'acqua che scorre. Sento ancora sulla mia pelle - ho ringhiato quando è successo - le unghie del manichino di ferro che mi ha camminato sulla testa trent'anni fa. Lo so che veniva da te. Se è venuto ci deve essere un progetto. Forse qualcuno penserà anche a me come ad un mondo, e non solo a te, quando guarderà i pianeti del Sole. Verranno a diradarmi l'atmosfera; ne purgheranno i veleni; feconderanno i miei suoli riarsi. Ora ci sono solo pietre arroventate ed acidi, vedi!...
LUNA (seccatissima) - Ma questa è un'ossessione!!



TERRA Gemello mio, la colonizzazione umana non ti impedirà di essere infelice. A che ti serve essere pari a tua sorella? Ben altro è il dolore che tu devi accettare. Essere inerme, essere sottomesso alla gravità che non pensa, essere sempre in movimento per qualcos'altro, essere solo, perché nessuno ti parla - questo è il vero dolore, che tu non sai gestire. Essere fertili o inabitabili è nulla, è una falsa ambizione, un paravento!
VENERE - Ah si? E com'è che anche Marte la pensa come me?
TERRA - Tu credi che essere abitato eliminerà i tuoi problemi. Sarà vero per Marte - non saprei - ma per te non è affatto detto che funzioni. Che ne sai tu di lui? Non gli parli mai. Tu vuoi solo mascherare, con la tua voglia di essere vivo, la tua solitudine. Se noi parlassimo, invece di -
LUNA (irritata) - Ma senti un po', pietra insensibile!... Da quando in qua avere umani sulla propria superficie è un paradiso? Io ho paura della loro faciloneria. E' angosciante porgere l'orecchio alla superficie della Terra e sentirli parlare di colonizzare me, te, Marte, persino Mercurio, persino Titano. Non hai visto come hanno ridotto il mio pianeta madre? L'angustia a cui hanno costretto tutta la sua biosfera? Tutto lo spazio che si sono presi? Fra un po' me la strangolano! E poi salgono su di me e mi prosciugano!... E tu vorresti avere questo cancro sul tuo suolo?
TERRA (imbarazzata) - Luna, santo cielo. Impareranno. Stanno già imparando.
LUNA (scettica) - Si, un giorno. Forse. Fatto sta che in questo sistema nessuno si parla, a parte questa disperata del mio pianeta madre, che cerca di contattare tutti ormai da milioni di anni: e questo, posso capire che alla lunga faccia impazzire. Ma farsi sangue cattivo per la vita! Questo non lo capisco, no.
TERRA - Fratello, potrebbe farti parecchio male. Le tue foreste ti costeranno forse troppo. Tu non hai acqua, questo gli uomini lo sanno: progettano di schiantarti addosso una luna di Saturno - questo vorrebbe dire ucciderla, e devastare radicalmente l'orbita tua e di chissà quanti.
VENERE Buttarmi addosso una luna esterna? So che sono praticamente fatte di neve. E del resto io non ho satelliti.
LUNA Ce ne siamo accorti. Stresseresti loro, se li avessi.
VENERE - Però, sorellina, hai ragione; spararmi addosso una luna vorrebbe dire ucciderla.
LUNA Non è ancora completamente deficiente. Evviva.
VENERE Però è bello pensare che per le mie foreste si arriverebbe a tanto.
TERRA  Fratellino?...


VENERE Un luna di Saturno. Una luna di Saturno, addosso a me. Per avere l'acqua.
LUNA - Eccolo là. L'abbiamo perso.
TERRA - Venere. Non ti torturare ancora.
VENERE - Accetterò tutto quello che vuoi. Parleremo. Parleremo davvero, d'ora in poi.
TERRA (sospettosa) - ...Ma?
VENERE - ...Ma lasciami sognare.
TERRA (esausta) - Cosa.

[pausa]

VENERE  Che sarò azzurro anch'io.


[e ripresero, uniti per sempre, le loro orbite.]

Commenti

Hans Schnier ha detto…
Ahahaha.

Giovine, ok, non è che sono perchè ti hanno detto che i post sui pianeti sono belli ora devi riempire pagine e pagine del tuo blog di quelli!

:P

(faccia diabolica di chi ha capito tutto e ti sbatte in faccia la cruda realtà)
buahahaha
ma cos'è questa storia? siamo passati dai dinosauri ai pianeti così senza colpo ferire? e qual è il nesso? ah questi letterati... menti troppo complesse...

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