Elegia del pazzo

[da qualche parte, a tre miliardi di chilometri dal Sole. Un satellite di Urano è in chiara difficoltà]

ARIEL (fluttuando) - Ci sono. No. Non ci sono. Perdo l'orbita!
CORDELIA (si dirige, portata dalla gravità, verso di lui) - Sforzati di mantenerla! Sarò nella tua posizione fra pochi secondi!
TITANIA (nel panico) - Lo perdiamo!
BELINDA - Qualcuno faccia qualcosa!
TITANIA (con ira) - Finché il signor nostro non la pianta di stare capovolto, tutte le nostre orbite saranno sempre sull'orlo del collasso!
BELINDA - Umbriel, perché non parli?
UMBRIEL (scostante) - Lasciami in pace. Le ombre sul corpo del mostro sono più brevi, ora. Non dobbiamo fare chiasso.
TITANIA (sottovoce) - Ha ragione. Se urliamo come delle comete a spasso, sveglieremo il signore Urano.
BELINDA (idem) - Oddio. E' vero.



UMBRIEL (freddamente) - Tanto si è già svegliato. Ci ascolta.
CORDELIA (accostandosi ad Ariel e stabilizzandone l'orbita) - Ariel! Ci sei?
ARIEL - Si. Un po' meglio, grazie.
CORDELIA - La gravità mi porta via. Ora dovrai cavartela da solo. Pensi di farcela?
ARIEL - Si, se Urano non si capovolge di nuovo, si.
URANO (emerge all'improvviso) - Ma dai! Buono a sapersi! Bene, figli, penso sia ora di tornare a far vedere i miei poli al nostro signore laggiù.
TUTTI (urlando) - No! PIETA', NO!
URANO (stupito) - E perché?

[si capovolge sul suo asse, con l'anello in verticale. Sconquassi tra i satelliti investiti dall'anello]



ARIEL (lamentandosi) - Ahi! Che male!... quelle rocce mi hanno graffiato e sbattuto!...
TITANIA (triste) - Ariel, per la miseria... sei tutto un cratere...
CORDELIA - Non sento più né Puck né Miranda.
BELINDA (trepida) - Possibile che lo sbalzo gravitazionale li abbia...
URANO (urlando) - OHO! Fatto. Ops! Vi ha sbattuto contro il mio anello? Eh, io sono uno che quando gli gira, parte. Che facce, che avete. Dai!, lo sapete che sono capovolto sul mio asse, da quando quel pianetino mi è venuto addosso che voi ancora non c'eravate. E' la mia posizione naturale. Non c'è ragione di non tornarci. Anche se ogni tanto mi prendo qualche vacanza - lo sapete che a me piacciono le novità.
BELINDA - Signor nostro, se solo voi...
UMBRIEL - Se tu riuscissi a mantenere una posizione, non rischieremmo di perdere Ariel.

[silenzio. Panico. Urano è talmente sconvolto che non ci crede]

URANO - Cos'hai detto, Umbriel?
TITANIA (facendo finta) - Niente. Non ha detto niente. Borbotta nel sonno. La sua coscienza è sul lato notturno, adesso.
URANO (ridendo) - Uhm. Mi piace! Anch'io parlo nel mio lato notturno. Non so cosa dico, però. Cosa dico, Cordelia, tu che ci passi più tempo? Ah, ma forse in quel momento dormi anche tu.
CORDELIA (umile) - Non lo so, signor nostro, è un misto di vortici di ammoniaca e ghiaccio che cade; è come una frustata nelle orecchie. Non mi riesce mai di dormire.
URANO (tronfio) - Naturalmente! Non voglio che tu dorma. Poi la disciplina va a farsi benedire. O no? Ma sentite, vi ho mai detto che so cambiare colore?



TITANIA - Duecento volte, signore.
ARIEL - Signor nostro, più voi comprimete i gas della vostra atmosfera per fargli cambiare colore, più generate tempeste, e più mettete in pericolo le orbite a voi più vicine.
URANO - Chi ti ha conciato così, che sembri bombardato da una pioggia di meteore?
ARIEL - Il vostro anello.
URANO (non ascoltandolo) - Si, sembri proprio messo male. Forse se comprimo qualche gas sotto di te, starai meglio.

[esegue. Ariel urla e sobbalza]

BELINDA - Vi prego, signor nostro...
URANO - Cosa?
BELINDA - Io..
URANO (oscillando) - Bu-bu-bu! Sai che quando parli sembra proprio un 'bu-bu-bu'? Si, quei vulcani che hai sui tropici mandano fuori tutta quella lava a ondate, e quando parli sembra che ondeggino.
BELINDA - Signor nostro! Vi prego, smettetela di giocare.
URANO (isterico) - No! NO! Ho detto: no! Ma insomma, Belinda. Sempre a lamentarsi! Io casco di qua, io oscillo di là... sono milioni di anni che mi sorbisco questa gnola, interminabile come il giro del Sole attorno al centro della Galassia! Che ti aspetti da me? Io sono Urano, il Matto, il Mago del sistema solare! Io non ho orecchie per le preghiere e le lamentele! Mi piace giocare, giocare è bellissimo; e voi siete i miei compagni di gioco preferiti.
UMBRIEL (gelido) - Potresti giocare con gli altri pianeti, invece che fare a pezzi noi, povero infelice.
URANO (con ira) - Cos'hai detto, Umbriel?
TITANIA - Umbriel diceva, signor nostro, una sua umile proposta, cioè che voi riprendeste i contatti con i vostri fratelli del Sistema Solare.
URANO (scettico) - E chi ce li ha mai avuti? Per parlare bisogna che qualcuno ce lo insegni. A me nessuno l'ha mai insegnato, ho imparato di straforo ascoltando i pettegolezzi dei sistemi solari vicini a noi. Doveva ben insegnarci a parlare il Sole, ma non ci ha mai detto una parola, dico una. Poteva dirne tante. Spiegare perché siamo bloccati nella nostra orbita, perché siamo qui, cosa possiamo fare, anche semplicemente scherzare. Mai, nulla. Io ero triste. Si si. Ero davvero molto triste, quand'ero piccolo.
ARIEL - Signor nostro... voi dunque desideravate -
URANO (isterico) - Ma poi mi sono rotto le scatole di essere triste! A esser tristi ti si annerisce lo strato di ghiaccio d'acqua sull'atmosfera, e io questo bel verdeazzurro non ho voglia di mandarlo nel nulla per qualche stupida lamentela. Da quando l'ho deciso, sono sempre stato allegro, tanto allegro e tanto tanto felice. Io sono Urano! Il Matto! Il Mago! Vedete come sbrilluccico? Vedete come l'anello mi corre attorno lampeggiando? Ecco a voi il grande Urano, il Folle del Sistema Solare!



Chi ha bisogno degli altri pianeti? Inutili depressi. E quella noiosa Terra che continua a chiamarmi con quel suo tono da maestrina. BAH! Stupido, stupido, stupidissimo. Non è meglio giocare insieme?
ARIEL (esasperato) - I vostri giochi ci uccidono!
URANO (oscilla) - Guardate come oscillo! Guardate, non sembra che ci siano due Urani?


UMBRIEL - Miserabile. Sei un miserabile.
URANO - Cos'hai detto, Umbriel?
TITANIA - Umbriel, accidenti! E' la terza volta!
UMBRIEL - Ho detto che sei un mostro.

[silenzio tremendo.]

URANO La regola!
UMBRIEL (sfidandolo) - Sì! E con ciò?
URANO - Tu...
UMBRIEL - Si!
URANO (furioso) - Non si dà mai, MAI del TU al proprio pianeta madre, piccolo pezzo di metano ghiacciato! Questo è un insulto intollerabile!!
UMBRIEL - Vattene al diavolo.

[pausa]

URANO - Non sei in un bel posto, Umbriel... sei molto vicino a me... c'è la tua ombra su di me...
UMBRIEL - Sono vicino a te. Concordo: non è un bel posto per niente.
URANO - Vieni più vicino, Umbriel... Lascia che parliamo a quattr'occhi... vuoi?

[inizia a comprimere i gas. Aumenta la massa dell'atmosfera. L'orbita di Umbriel decade lentamente verso Urano]

Senti dolore?
UMBRIEL (fermo) - Atroce. La tua gravità mi sta facendo a pezzi.
URANO - Torna a giocare con me e dammi del voi. E ti lascio andare.
UMBRIEL (schiacciandosi lentamente) - Infame. Vattene da questo sistema. Vaga tra le stelle, nella tua tomba di felicità. Ti auguro tutto il mio dolore.
URANO (isterico) - No! No! Tu devi ridere! Io voglio giocare con te! Ridi ora, ridi!

[nessuno risponde. I satelliti cadono in un silenzio profondo]

Ridi, maledetto! Ridi! E' un gioco! Finché non riderai, starai lì! RIDI!



[e ripresero le loro orbite, nel buio della follia.]

Commenti

Anonimo ha detto…
Questi racconti sui pianeti parlanti e con una propria personalità sono uno più bello dell'altro! Ma come ti vengono?
Willy

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