Esasperazione

Passando per Pàvana, un paese dell'Appennino costruito in pratica su una curva in pendenza sopra un torrente, circondato da foreste che farebbero vergognare lo strato di giungla che mugghia sullo Zaire - solleticato ormai da anni da idee che mi traboccando dal coperchio del cervello e sfumazzano bestemmiando in giro - mi sono detto:

Insomma.

Ma se Ionesco ha scritto un dramma in cui i rinoceronti invadono il mondo.

E vabbè che è un'allegoria dell'ascesa del nazismo.

...ma potrò io scrivere un accidenti di dramma in cui un paesino in mezzo alla foresta viene invaso dagli Anatotitan?


Poi mi è passata.

[ci sarà una giustizia, qui o altrove]

Commenti

Anonimo ha detto…
nonono. Ti è passata un emerito cazzo. TU NON SARAI MAI MAI MAI FELICE senza averlo fatto, quindi caro mio ti prendi le tue maledettissime responsabilità e lo scrivi. SCRIVILO


..Gauguin c'ha messo un po', ma poi ha preso ed è andato su un'isoletta dell'Indiano a dipingere negre come un bambino di 8 anni, e chissà cosa pensava sua madre o i suoi amici più cari. Ma lui è andato...
Anonimo ha detto…
diamogli la scalata...a 'sto cazzo di Monte Analogo..!
toppe ha detto…
no, lui non sarà mai felice senza averlo fatto CON SUCCESSO.

e questo è un altro paio di maniche.
Giulio Iovine ha detto…
mi contenterei di un lavoro ben fatto, via...
toppe ha detto…
ben fatto secondo chi?
Giulio Iovine ha detto…
secondo un numero di spettatori pari a quello che serve per riconoscere, amare e perpetuare un artista nei secoli, nella buona e nella cattiva sorte, e a reintrodurlo sempre costantemente nella vita dell'umanità fino alla sua sparizione dalla faccia della terra.
toppe ha detto…
Il fatto che un artista sia perpetuato nei secoli ben di rado è dipeso dal *numero* di lettori. Piuttosto dal culo di beccare quel pugno di lettori giusti che, prima o dopo la tua morte, ti fanno la recensione che ti consegna all'eternità.

Siccome, appunto, potrebbe succedere tra decine di anni, se non dopo la tua morte (e potrebbe pure non succedere affatto), posto come valido il Postulato di Fabri, è assai probabile che tu non raggiunga la felicità.
Giulio Iovine ha detto…
ci dovrò pur provare, no?
io dico che lo devi scrivere, specialmente se ti basta scriverlo per essere soddisfatto. se poi ti servisse anche che qualcuno lo leggesse / apprezzasse / pubblicasse, beh, quello è da vedere.
toppe ha detto…
Concordo con Ade.
Comunque, anche il "ci dovrò pur provare" è usato troppo spesso come luogo comune buono in ogni occasione, "massì, almeno provaci", come se il tentativo fosse sempre indolore.
Credo che come principio generale ci possa stare, il "proviamoci", ma in certi casi va anche fatto un bilancio costi-benefici. Quando il "provarci" diventa un'esperienza quasi totalizzante, richiede ANNI di tentativi - e relative continue frustrazioni - il guadagno di felicità *possibile* nel futuro viene largamente superato dalla perdita *sicura* di serenità attuale.

Non sempre la strada per la felicità corrisponde al tentativo di realizzare una realtà corrispondente ai propri desideri: a volte consiste nell'adattare i propri desideri alla realtà.
Anonimo ha detto…
Ila.. Ma chett'abbiamo fatto in Sardegna?? Le tue parole sono cariche e dense di significati utili per Giulione, MA NON SOLO, e ti rivolgi a lui con tono da maestrina e grande filosofa a un tempo.

Benvenuta fra di noi sorellina! Hahahaha

...e siccome io "volevo" smettere, credo che ti cederò ufficialmente il mio posto di mentore del Giulione.. Ho un amore da vivere, adesso, a quanto pare..!!
Giulio Iovine ha detto…
Eh no, Ila... il "ci dovrò pur provare" è sacrosanto, quando ancora ci hai provato poco e hai un carattere che ci mette parecchio, prima di arrendersi. La rassegnazione non è la panacea universale, e se uno 'sente' che in questo particolare caso non vuole arrendersi finché non é tutto definitivamente perduto, sarebbe infelice a non provarci. Io non sarò felice - da QUEL punto di vista, eh - se non piegherò il gusto del mondo ad almeno una porzione del mio immaginario. E quindi tenterò, per molto tempo ancora.
toppe ha detto…
Beh, ognuno ha il diritto a godersi i suoi masochismi :)
Auguri per i tentativi.

Fabri, un amichevole vàaquelpaese ^^
Anonimo ha detto…
Ah ma qui si parla di Gloria artistica! Giulio ti rimando alla lettura della prosa di Leopardi "Il Parini, ovvero della gloria" contenuta nelle Operette morali. Sia che tu conosca o no l'opera una rilettura farà sempre bene.

Un Giorgio da Torino
Io ha detto…
Scrivilo! SCRIVILO ORA! ADESSO! SUBITO!
Io lo voglio leggere!
(e lo perpetuerò per un mezzo secolo)

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