Proviamoci anche stavolta


Va bene, ragazzi, un po' meno casino. Sono sceso di nuovo nel Pozzo! Ehi, mi sentite?! E' il regista, che vi parla! (silenzio) Ooh. Bene. (colpo di tosse) C'è del lavoro da fare. Mi servono i più feroci e appariscenti tra voi, per un lavoro che sto meditando da un po' di tempo.

PLESIOSAURO (curioso) - Che tipo di lavoro? Un dramma? Un racconto?

Non saprei ancora, a dire il vero. Lì per lì pensavo a un lavoro teatrale. Sapete che mi vengono discretamente bene, di solito.

ITTIOSAURO (seccato) - Ti decidi a scrivere un racconto, omino? Vorremmo che qualcuno si accorgesse di noi, così, di tanto in tanto.

Si accorgeranno di voi quando farete il vostro dovere come si deve, cafoni! Ma si può protestare con il vostro datore di lavoro, nonché locatario?

PTEROSAURO (irritato) - E che c'entriamo noi? Mica dipende da noi, il tuo successo. Il regista sei tu. Noi, quello che siamo, lo siamo perché siamo dentro di te – mica l'abbiamo scelto, di non essere capiti dal pubblico.
PLESIOSAURO - Se tu avessi nell'anima dei mostri più potabili, o se li scegliessi meglio quando scendi nel Pozzo Oceanico a prenderli, chissà dove saresti adesso.

Voi non siete mostri qualunque. Siete miei. Questo vi rende speciali. Ed io vi imporrò, come tutti quelli venuti prima di me hanno imposto i loro mostri – con pazienza e lavoro duro, perché la gente è pigra, e non si accorge che qualcosa le piace finché non la prendi a ceffoni con la bellezza di ciò che fai. O finché non ti fai un nome, e la costringi a subire quello che fai.

ITTIOSAURO (sbuffando) - Ma non potresti piacergli naturalmente?

La gente non vuole farsi piacere le cose veramente belle. La devi costringere. Di suo, andrebbe dietro al primo venuto, credendolo un genio, perché non ha armi, non ha gusto, non ha coscienza di sé. Dunque, al lavoro. Quelli che elencherò si presentino nella corteccia, sezione Elaborazione Testi, entro dodici ore.

[fa l'appello]

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