Quel 12 luglio (I)
D.
Buonasera signora, grazie ancora per averci concesso il suo tempo.
R. Nessun
problema.
D.
Sappiamo che a breve è ora di cena, per cui stringeremo. Lei d’altronde sa già
di cosa vogliamo parlare.
R. Sì,
più o meno.
D.
Dunque, torniamo con la memoria a quel 12 luglio 1916.
R. Ti avviso
fin d’ora che io giorni mesi anni non li so. Non so contare e non ho idea.
D. Ha
ragione, sono stato poco furbo. Allora, torniamo con la memoria a quel giorno
in cui lei entrò nel Matawan Creek.
R. Sì.
Ricordo bene.
D. Lei,
come ha più volte dichiarato, ha abitato tutta la vita nelle acque costiere a
sud del New Jersey. Cosa l’ha spinta a migrare a nord, verso Raritan Bay?
R. Le
orche. Un piccolo gruppo di orche attaccò e uccise uno squalo, al largo di
quella che voi chiamate North Carolina.
D. Uno
squalo come lei?
R. No,
un’altra specie, quello nero sopra e bianco sotto. Lo cercavano per il fegato,
capisce.
D. Lei
vide l’attacco?
R. No, ma
ho sentito l’odore del sangue. Messaggio semplicissimo e chiaro.
D.
Conosceva l’ucciso?
R. Era un
vecchio maschio, molto invadente. Ma il punto è che le orche sono pericolose
per qualunque squalo, e una volta che hanno imparato a uccidere il più grosso e
pericoloso, si figuri quelli di taglia media, come me. Quindi tutti noi squali
che abitavamo nei dintorni abbiamo fatto quello che facciamo sempre in questi
casi.
D. Cioè?
R. Si
nuota fino al fondale, dove le orche non ti possono seguire perché devono
respirare, e poi via, il più lontano possibile.
D. E così
lei andò verso nord.
R. Sì,
vede, io avevo anche il problema che ero incinta.
D.
Apperò, di molto?
R. Eh,
diciamo che ero lì lì per sganciare. E farlo con le orche in giro, anche no.
Così ho nuotato.
D. Lei ha
dichiarato più volte di non c’entrare niente con la morte di Charles Epping Vansant
e Charles Bruder, ai primi di luglio del 1916, a Spring Lake e Beach Haven.
R. E
torno a dire che non c’entro nulla. Mi fu riferito tutto in séguito. Io non
avevo intenzione di avvicinarmi troppo alla costa. Cercavo, come ogni volta che
devo partorire, la foce di un fiume o una baia vicino al mare. Certo, ho
sentito un odore strano, un sangue ignoto, mentre nuotavo verso nord. E poi mi hanno spiegato che erano quei due
tuoi co-specifici. Ma devi capire che in quel momento eravamo in centinaia di
squali di tre, quattro specie diverse, ciascuno in fuga per conto suo. E
sinceramente non ho idea di chi sia
stato ad assalirli. Probabilmente uno di quelli neri sopra e bianchi sotto,
ricordo che ce ne erano molti nella zona, sempre in fuga come me. Ma non mi
sono certo fermata a chiedere.
D. Certo,
capiamo benissimo. E quindi ad un certo punto lei incappò in Raritan Bay e
volle fermarsi lì.
R.
Quantomeno per partorire, sì. E così ho fatto.
D. Poi
però lei non è tornata in mare
aperto.
R. No. Per
quel che ne sapevo, in mare aperto c’erano ancora orche, o altri squali. Mi son
detta che non faceva poi così male esplorare un po’ il fiumiciattolo verso
l’interno. Non era un fiume d’acqua dolce, era una specie di segmento più
stretto della baia dove avevo partorito, e l’acqua era salata come in mare. Non
che m’importasse, io posso campare benissimo anche in acqua dolce, ma ecco,
stanca e affamata com’ero non avevo voglia di fare troppo sforzo.
D. E così
lei entrò nel Matawan Creek.
R. Sì, mi
è stato riferito che lo chiamate così.
D. Quanto
tempo ci passò prima di quel famoso 12 luglio?
R. Prima
dell’attacco, dici? Credo una settimana. Mi sono fatta un giro controcorrente
per parecchi chilometri. Poi ad un certo punto sono tornata indietro.
D. Che
idea si è fatta del Creek?
R.
Deludente. Sì, va bene, un posto tranquillissimo, nessun pericolo per me. Ma
anche poco cibo che ne valesse la pena. Pesci piccoli. Acqua bassa. Ma
d’altronde non era il Mississippi o che so io.
D.
Andiamo al giorno dell’attacco. Perché si trovava a Wyckoff Dock?
R.
L’acqua lì era più profonda. C’erano pesci più interessanti. E poi c’era un
odore strano, che volevo indagare meglio.
D. Vuol
parlarcene?
R. Ogni
volta che passavo sopra quella fossa sott’acqua mi pareva di sentire lo stesso
odore che avevo sentito giorni prima, risalendo il New Jersey. Certo, stavolta
senza sangue. La mattina del giorno dell’attacco passavo di lì appunto per
investigare, e mi capitò di avvistare nell’acqua melmosa, un gruppo di animali
che non avevo mai visto.
D. Che
saremmo poi noi.
[continua]
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