Dal *Mauretania*



Pochi giorni prima di diplomarsi all’Accademia – quando sarà stato? Dieci anni fa? – Elizabeth era stata avvicinata dall’Ammiraglio Variam in persona. Era ora di cena, e lei si era attardata a finire di leggere un libro mentre mangiava, con studiata lentezza, il vasetto di crema alla mandorla che quel giorno, chissà perché, passava la mensa. Non che fosse un granché – come tutto quel che usciva da quella cambusa, faceva schifo – ma Elizabeth si era inchiodata a quel romanzo perché voleva finirlo, e già che c’era, perché non finire anche quel grumo di zucchero male impostato. Si accorse che qualcosa non andava quando, sullo sfondo della pagina olografica che aveva davanti agli occhi, non vide più il resto della mensa, i tavoli e i cadetti che vagabondavano, ma la casacca rosso sirena di un alto ammiraglio.
Spense il lettore olografico e fece per scattare sull’attenti.
Lui fece un gesto, come a dirle di stare lì dov’era. Non si sedette però accanto a lei. La guardò anzi da tutta l’altezza di cui disponeva. Elizabeth, che lo aveva riconosciuto, gli restituì brevemente lo sguardo, e poi passò, per l’imbarazzo, a guardare i bottoni della sua divisa.
- Delamere, lei un giorno avrà una nave tutta sua. Un comando.
Elizabeth lo fissò, e non sapendo bene che rispondere, disse:
- Grazie, ammiraglio.
- No no, non è un complimento o un buon augurio, rispose lui, che l’aveva sempre odiata, e continuava a trovarla insopportabile anche in quel momento. – Per quel che mi riguarda è una semplice constatazione. Lei finirà a fare quello, nella vita. Poi se non ci aveva pensato affari suoi.
Elizabeth non rispose.
- Dato che domani parto per Titano per restarci un bel po’, e lei a breve si diploma e non ho idea di dove la spediranno, tanto vale che le dia adesso –
Lì per lì non trovò le parole.
- un consiglio, Delamere.
- La ascolto, ammiraglio.
Variam aveva le mani dietro la schiena, strette una nell’altra, e stava col petto in fuori come la polena di un antico veliero. Il suo corpo, che non era mai stato trattato con gentilezza, non sapeva far altro, se c’era irritazione ai piani alti, che irrigidirsi.
- Se fa carriera nella nostra Flotta, e non vedo come potrebbe fare altrimenti, avrà per forza, qualunque sia la nave, un secondo in comando. Arriverà il momento in cui, invece di assegnarglielo, glielo faranno scegliere – o le permetteranno di tenere quello che ha già, se le piace, all’atto di trasferirla su un altro vascello. Prima succede questa cosa, meglio sarà per la sua carriera. Lei sa cosa fa un buon primo ufficiale?
- No, ammiraglio.
- Un buon primo ufficiale ripara sempre alle mancanze o alle figuracce del suo superiore. Quando sarà al comando, lei non potrà sbagliare. Ma sappiamo entrambi che succederà. Quando fosse, si auguri di avere al fianco – o se lo scelga per bene – un primo ufficiale che capisca sempre quando lei fa una scempiaggine, e vi ponga immediatamente rimedio.
Elizabeth alzò lo sguardo. Vide i suoi capelli bianchi, gli occhi azzurri, e quel naso a becco che era l’unica cosa in quella faccia che non suggerisse benevolenza; l’unica cosa vera, in breve, che fosse sul viso di quell’uomo – un oggetto appuntito, inquisitorio, invadente. Vide tutto questo per meno di due secondi, perché Variam si voltò senza salutare e senza prendere nemmeno un grazie, e si avviò dritto verso l’uscita, con i droidi di servizio che andavano a sbattere l’uno contro l’altro per scansarlo.
- Ammiraglio, e se trovo uno che ripara alle mie sciocchezze senza nemmeno rendersi conto che le ho fatte?
Variam si voltò ad occhi sgranati. Adesso mi ammazza, pensò Elizabeth. Lo so, che emette raggi dagli occhi. Lo dicono tutti da anni. Gli ho detto questa cazzata tanto per provocarlo, perché sono scema, perché mi piace il rischio, ma cosa ho in testa, mi diplomo dopodomani e questo adesso mi espelle dall’accademia, come accidenti mi è venuto in mente di
- Cioè uno che si fida di lei ciecamente anche se la conosce bene, Delamere?
- Sì, ammiraglio.
Variam ci pensò – e pensando, respirò rumorosamente.
- Ah, bè, nella vita succedono anche i miracoli. Se trova uno così, le converrà tenerselo ben stretto. Certo che questo qui, anche se non lo conosco, mi fa pena sin d’ora – povero disgraziato. Tutta la vita attaccato a –
(la indicò con un gesto aereo, di disprezzo)
- a Elizabeth Delamere, e con una smorfia si voltò e uscì dalla mensa.

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